Deborah, Rossella, Lidia, Roberta e le altre: la spoon river delle donne vittime di femminicidio

Altri femminicidi. Ancora donne uccise per mano di uomini violenti, che fanno segnare un tristissimo record. In Italia si continua a raccontare e scrivere di ragazze e donne assassinate per mano di uomini ai quali quelle stesse donne avevano aperto il cuore e il loro mondo.
Le denunce delle vittime sono spesso campanelli d’allarme e richieste d’aiuto, cui lo Stato non sempre riesce a fare colpevolmente fronte. Agghiacciante il dettaglio emerso su Clara Ceccarelli. La commerciante uccisa nel suo negozio di pantofole in pieno centro a Genova dall’ex compagno aveva avuto un presagio di quanto le sarebbe capitato, e secondo quanto raccontato dal commesso che ogni tanto la aiutava, la donna si era pagata il funerale per evitare di pesare sull’anziano padre e sul figlio disabile.

Uomini che non accettano la separazione, uomini accecati dalla gelosia, uomini che uccidono colei che, nella maggior parte dei casi, ha dato loro dei figli. È un fenomeno orribile, quello del femminicidio, con un una media che parla attraverso i numeri (più di un delitto a settimana) e che, in questo primo scorcio d’anno, vede concentrarsi efferati omicidi soprattutto al nord.
Purtroppo il torpore mentale in cui ci ha fatto piombare il covid fa passare inosservati i casi di femminicidio. Uno degli ultimi, tra i più efferati, il 18 aprile, con il marito che prende a martellate la moglie a casa in presenza dei figli. Un orrore senza fine.

Rossana Caudullo, Avvocato

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