8 marzo: non fiori (mimose) ma opere di bene: lavoro, dignità, rispetto, libertà!

Ancora un 8 marzo in cerca di opportunità, di rispetto, di libertà e di diritti. Le donne fanno girare il mondo, ma restano vittime di femminicidi, violenze fisiche e psicologiche. Le mimose non bastano più, non sono mai bastate, non ci servono!

Anche questo 8 marzo le donne sono lontanissime dalla parità di genere, sebbene continuino ad essere il traino di famiglia e società: lavorano molto più degli uomini, ma hanno retribuzioni più basse (il 19,6% in meno nel privato, il 3,7% in meno nel settore pubblico) e ricevono pochissima collaborazione dai loro compagni nei lavori domestici.

La tv ed i giornali sono pieni di cucine, centri benessere, creme miracolose per l’eterna gioventù. Non possiamo avere la cellulite, la pancia molle o i capelli bianchi, c’è subito un rimedio a qualsiasi nostro difetto, in nome e per conto dello stereotipo femminile: bella, disponibile, firmata e siliconata, se poi stai zitta è meglio ancora.

Se scendiamo in piazza a rivendicare la nostra dignità diventiamo, automaticamente, rompiscatole. Che fine abbiamo fatto? Ci siamo dimenticare che siamo già scese in piazza, da ragazzine? Che abbiamo raccolto firme per il referendum sul divorzio, per la legittima scelta di ogni donna ad interrompere una gravidanza indesiderata, che è stata una vera e propria rivoluzione e che l’abbiamo fatta noi?

Molte donne sono state incarcerate e hanno messo a rischio la propria vita per permetterci di arrivare fino a qui. Sulla carta abbiamo gli stessi diritti di un uomo, ed oggi, dopo che molte donne sono state uccise e tanto sangue è stato versato, finalmente esiste il reato di stalking e la violenza sessuale viene punita.

Ma io continuo a pensare a tutte le donne costrette a vivere h24 con i loro aguzzini, subendo violenze fisiche e psicologiche inaudite. I segni a volte non sono visibili, ma lasciano ferite profonde che logorano dentro le vittime.

Ed intanto arriva marzo, e che si fa? Si spogliano gli alberi di mimosa e si sprecano quintali di plastica per impacchettarle! Tutto si riduce ad un simbolo, alla commercializzazione di un’idea.

Sono tanti i pregiudizi contro cui si trovano a combattere le donne quotidianamente. Possono eccellere sul posto di lavoro, ma non avranno mai la stessa autorevolezza e lo stesso rispetto che si riservano ad un uomo che ha le medesime competenze, ed il salario non sarà mai soddisfacente allo stesso modo. E’ impensabile che una donna possa guadagnare più di un uomo ed essere a capo di un gruppo di persone, a meno che non venga messa in dubbio la sua integrità, lasciando posto ad insinuazioni a possibili prestazioni sessuali. Questo orrore è così “normale” che le molestie sul posto di lavoro oramai vengono giustificate, vengono viste come qualcosa di inevitabile e con cui, prima o poi, tutte coloro che salgono i gradini verso il successo dovranno avere a che fare. Una specie di biglietto da pagare.

Ebbene sì, il 2022 è ancora questo! Ogni giorno vengono commessi circa 137 femminicidi in tutto il mondo. In Italia, ogni quattro giorni, ad una donna viene strappato il dono della vita e la pandemia ha solo aggravato la situazione, costringendo milioni di donne a vivere h24 al fianco di uomini violenti, ancora di più relegate e rispedite in fondo alla scala sociale, da brave Cenerentole che passano il loro tempo a pulire, cucinare ed accudire le future generazioni.

E che dire di quelle donne che scelgono, legittimamente e liberamente, di non crearsi una famiglia? Apriti cielo, dare loro delle fallite anaffettive sarà il minimo.

Basta! Smettiamola di giudicare, di schernire, di pensare che quella donna sia manchevole di qualcosa. Fare una famiglia è una scelta, e di scelte al mondo se ne possono fare tante e finché non si lede nessuno non sono affari di nessuno.

BASTA! NON REGALATECI PIU’ MIMOSE! LASCIATELE SUGLI ALBERI, E’ LI’ CHE DEVONO STARE.
VOGLIAMO IL DIRITTO ALLA VITA, AL LAVORO, ALLA DIGNITA’ SOCIALE, AL RISPETTO, ALL’ISTRUZIONE. VOGLIAMO ESSERE RICONOSCIUTE PER CIO’ CHE SIAMO: LA SPINA DORSALE DELLA NOSTRA SOCIETA’!

 

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