Alla scoperta di Stefania Aphel Barzini e delle sue Gattoparde: donne che soffrono, ma non si spezzano

Stefania Aphel Barzini è una delle autrici che si sono dedicate a delineare personaggi femminili della Sicilia fine ottocento-primi novecento. Ama scrivere, mangiare e cucinare e considera queste attività molto importanti, tanto da collaborare con il Gambero Rosso. Ha scritto diversi libri di cucina e due romanzi: L’Ingrediente perduto e Fuori sincrono.

Le Gattoparde di cui parla il romanzo di Stefania Aphel Barzini è una storia di donne: la nonna Giovannina, la nonna Agata, le zie, Maria, Bice, Lina, Giulia, la piccola Pia, Ama e Licy, mammuzza Teresa. È un libro poetico, composto da una prosa avvincente ed evocativa.

Agata è la nostra narratrice, attraverso i suoi occhi e i suoi ricordi percorriamo i passi compiuti dalle donne Cutò, aristocratiche Gattoparde che hanno combattuto in un modo così prettamente maschile da non lasciare sempre scampo.

In Sicilia le grandi famiglie nobiliari si accompagnano agli imprenditori di fresca creazione in un nastro di feste, matrimoni e opulenza che sembra richiamare alla mente lo sfarzo delle corti imperiali europee. Palermo è città vivace dove sovrani e il bel mondo si incontrano. Tasca Filangeri, Calanovello, Tomasi di Lampedusa, Florio sono solo alcuni dei cognomi che in quegli anni da Belle Époque dominano le scene.Ma gli infiniti patrimoni sono destinati a dissolversi tra le leggi post unitarie, i disastri naturali e i conflitti. Di quel mondo restano nomi altisonanti e molti sospiri di rimpianto, ma soprattutto restano consegnati alla storia i nomi maschili. Chi c’era a fianco dei principi e dei baroni, di chi poteva sfoggiare un gattopardo sul proprio stemma? C’erano madri, mogli, sorelle e figlie.

Donne forti, donne fragili, appassionate o volitive, che non si fanno mettere i piedi in testa o che semplicemente si oppongono al ruolo in cui vengono relegate, ad accettare quello che le altre trovano normale ma per cui soffrono, per cui si spezzano.

Conosciamo così chi per amore abbandona ogni freno, dopo aver subito troppi tradimenti e troppe menzogne, trova finalmente qualcuno che sembra amarla come nessuna, che fa cadere ogni inibizione scoprendosi una donna piena di desideri, piena di sogni, di speranze.

Ci sono donne che invece sono timide, insicure a tal punto  che non riescono nemmeno a pensare una vita senza sofferenza, che ne fanno quasi il proprio scopo di vita, per proteggersi da un mondo che le ha ferite anche solo indirettamente.

Ci sono quelle che hanno tutto, una vita apparentemente perfetta ,ma avanzano nel difficile cammino di una donna in una società che tende a schiacciarle, a tarpare loro le ali e che potrebbero essere esempio o faro per coloro che verranno ma che dalla vita hanno solo batoste, una più difficile dell’altra da superare.

Ci sono donne che intrecciano fili per preservare la memoria di coloro che l’hanno preceduta e che verrebbero dimenticate dal mondo. Coloro che non vogliono lasciarsi indietro nessuna di loro e sperare che possano vivere per sempre almeno nella memoria.

 

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