La pizza, il drink, il “Signal for help”: 1000 modi per chiedere aiuto

E’ domenica sera quando una donna di 32 anni, durante il lockdown dovuto alla pandemia da Covid-19, decide di ordinare una pizza diversa dalle solite: una pizza speciale. Digita il numero, avvicina il telefono all’orecchio e aspetta che qualcuno risponda. Dopo pochi secondi, finalmente una voce maschile, con fermezza e decisione, esclama “Pronto polizia”.

Da lì a poco la giovane donna sarebbe stata salvata e sarebbe finalmente uscita da quella casa nella quale, per troppo tempo, era stata costretta a subire indicibili violenze da parte dell’ex fidanzato. Nonostante ciò, la giovane donna non trovò il coraggio di denunciarlo, fino a quando, un giorno, non accettò l’invito per un ultimo incontro. Cosa l’aveva convinta ad incontrare ancora il suo carnefice? Ovviamente, nient’altro che la compassione che l’uomo aveva tentato di suscitare in lei, il pentimento e la disperazione che diceva di provare, affermando anche di stare molto male.

Gli episodi di violenza, sequestro di cellulare e pugni annessi, erano iniziati subito, poco dopo essersi conosciuti, ma quella sera fatidica la donna, in qualche modo, era riuscita a farlo calmare e, con la scusa di prenotare una pizza, si era allontanata da lui per fare la telefonata che le avrebbe salvato la vita.

Grazie alla grande professionalità, all’intuizione e all’empatia del poliziotto, che è riuscito a leggere tra le righe e ha subito attivato tutta la sua squadra, la giovane è riuscita ad uscire dall’incubo e ad ottenere la prigione per l’ex fidanzato, che, in attesa del dibattimento, è stato scarcerato con divieto di dimora a Milano.

Questa donna, grazie a se stessa e al suo coraggio, è riuscita in maniera alternativa a porre fine alle sue sofferenze. Ecco, quindi, il messaggio per tutte voi: care Donne, quando non trovate il modo di chiedere aiuto – anche se vi trovate fuori casa – e magari non sapete nemmeno da dove iniziare, sappiate che questo può essere uno dei tanti modi per farlo. Un altro, che si è diffuso soprattutto negli Stati Uniti, è quello di chiedere un “angel shot”. Quando qualcuno in un bar ne ordina uno, sta letteralmente chiedendo al barista o al cameriere un aiuto, perchè non si sente al sicuro. L’angel shot non è, dunque, un vero drink, ma una parola in codice per chiedere aiuto.

Infine, il “Signal for help”. Lanciato in pieno lockdown, nel 2020, da Women’s Funding Network e Canadian Women’s Foundation, è un gesto della mano che serve alle donne vittime di violenza che non hanno la possibilità, per via della costante presenza e controllo da parte del maltrattante, di denunciare o chiamare i numeri ufficiali. Il gesto si replica in due semplici passaggi: con il pollice della mano piegato verso il palmo e le altre quattro dita in alto che poi si richiudono a pugno.

Lisa D’Agosta – Laureanda in Psicologia

 

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