Legami tossici

Ci sono relazioni di coppia che possiamo definire tossiche. Legami in cui la donna rinuncia a buona parte della propria identità per “amore”

Di Deborah Giombarresi

In epoca storica di grande disfunzionalità emotiva, in cui vige il motto tacito al quale la stessa società odierna ci ha pacatamente istruite: “per amore si fanno dei sacrifici, lui è fatto così devo capirlo”; in cui quindi per una donna, venire incontro al proprio uomo, annullandosi, appare quasi fondamentale nel decalogo della donna perfetta, anche perché l’importante è tenerselo stretto. Ebbene in un epoca di grande solitudine, in cui nonostante siamo all’interno di una tavoletta digitale troviamo più di mille “amici” con cui comodamente dialogare da casa, la società che rappresentiamo appare pervasa dalla solitudine e pur di trovarsi amata, in qualche modo, si decide, consapevolmente o no, di scendere a patti; di negoziare la propria vita, di smembrarla a piccole porzioni, quasi fossero prodotti singoli da bancone di mercato, il cui acquirente decide, in base al proprio comodo, di prendere un pezzo, piuttosto che un altro.

Ebbene la donna di questi tempi, così moderni e smart, è una donna che molto spesso rinuncia ad alcuni pezzi di sé stessa in cambio di un pezzetto di amore. Ricordo perfettamente una cara paziente, la quale subiva violenza fisica da parte del marito. Quando le domandai il perché decideva tutte le volte di restare in quella relazione, lei mi rispose: “le sue mani, seppur pesanti e sgradevoli e dolorose….sono l’unica possibilità di contatto che mio marito mi dà”! Quante volte accade che per quel contatto, molte di noi non hanno il coraggio di uscire da una relazione sbagliata, disfunzionale, arida e sterile che ha portato solo lacrime e sofferenze di vario genere. Uscire da certi meccanismi non è semplice, ma il primo passo è riconoscerli, avere davanti un chiaro quadro, e sapere cosa si intende con il termine “amore”. Sembrano concetti semplici, ma non è così. Ricordo perfettamente, una specifica coppia estiva, la cui ragazza ebbe voglia di un gelato, chiese se lui avesse la stessa voglia, ma così non era. Dunque lei disse che se lui non ne aveva voglia non ne aveva nemmeno lei. Si pensa che, si ama qualcuno soltanto se vi è quella simbiosi tale da fondersi nella altro. È un pensiero abbastanza comune. Tutte sogniamo di incontrare quel bel tipo che ha le nostre stesse voglie: “io pensavo e lui parlava”, mi disse una volta un altra paziente. Il cosiddetto amore ideale nasce e talvolta muore in questa fusione,  può accadere di perdersi nell’altro, può accadere di fondersi così tanto con l’altro da trovarsi, quando il miele è finito e le parole dolci sono ormai usurate e i corpi logori, a non conoscersi più e a perdersi dentro uno specchio la cui immagine riflessa appare lontana da quanto eravamo prima. Ogni storia sbagliata, ogni esperienza relazionale in cui ho barattato con l’altro, anche solo un pezzettino di me stessa mi porta lontana dalla stabilità, e più vicino alla solitudine. La nostra personalità appare ormai come un vestito logoro. E allora scopo di questa rubrica sarà proprio quello di attivare in ogni donna la conoscenza e la consapevolezza, al fine di avere la cognizione di cosa, all’interno di una relazione appare funzionale e cosa invece non lo è.

(Deborah Giombarresi, psicologa)

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